La festa religiosa più sentita dagli acesi è quella per il Santo compatrono della
città San Sebastiano Martire. Il culto per il Santo centurione affonda le sue radici
nel ‘400, quando il terribile morbo della peste colpiva intere popolazioni. Anche
Acireale fu gravemente colpita dal male contagioso e fu così che il popolo si rivolse
a San Sebastiano per auspicarne la guarigione.
Il Martire era considerato un taumaturgo della peste in quanto era riuscito a sopravvivere
al martirio delle frecce e, siccome la peste si credeva fosse una punizione divina
scagliata per mezzo dei dardi, vincendo le frecce il santo poteva vincere anche
la peste. La piccola chiesa oggi dedicata a Sant’Antonio da Padova, ospitò a lungo
i devoti di San Sebastiano fin quando, vista la crescente devozione, non fu necessaria
nel ‘700 la costruzione dell’attuale basilica.
La vita di San Sebastiano è ben rappresentata nel ciclo pittorico di Pietro Paolo
Vasta che si trova all’interno della basilica. Nato a Narbona in Francia, giovane
si trasferisce a Milano con la madre e quindi si arruola nell’esercito di Diocleziano
nella seconda metà del 200 d.C. Proclamata la sua fede in Cristo viene condannato
a Morte per mezzo delle frecce. Miracolosamente rimane in vita e curato dalla nobile
Irene prosegue la sua opera di apostolato. Viene titolato dal Papa Caio difensore
della fede e successivamente condannato a morte da Diocleziano a colpi di bastone,
è il 20 Gennaio del 304.
Ogni 20 gennaio Acireale tributa solenni festeggiamenti per l’amato compatrono.
Sin dalle prime ore del mattino la basilica si affolla di devoti in trepidante attesa
che la cappella dove il Santo è chiuso durante l’anno venga aperta. Alle ore 11.00,
nell’affollata piazza antistante la basilica, fa la comparsa il simulacro del martire
“nudo nell’atto di subire il martirio delle frecce” sull’artistico fercolo del ‘700,
salutato da scampanii e fuochi d’artificio. Particolarmente spettacolare è la manovra
d’uscita del fercolo dalla chiesa dove i devoti tradizionalmente scalzi tirano il
baiardo ad alta velocità al centro della piazza. Durante il tragitto il Santo compirà
altre vertiginose corse come in piazza Marconi (intorno alle 15.00), Piazza Roma,
Corso Umberto fino alla casa del Vescovo (intorno alle 21.00) . Suggestivo è il
rientro in basilica culminato con una corsa a ritroso intorno alle 24.00.
Da ricordare altre due tappe caratteristiche della processione: alle 16 il
Santo sosta davanti alla vecchia stazione di Acireale per salutare il passaggio
di un treno, rievocazione di un evento della prima guerra mondiale. Intorno alle
22 in viale Regina Margherita gli spettacolari fuochi d’artificio illuminano il
cielo di sfavillanti colori.